La memoria batte nel cuore del futuro

di Gianfranco Pagliarulo*

Perché si sappia che così è stato. E perché se ne parli. Oggi la storia delle repubbliche partigiane e delle Zone libere è prevalentemente sconosciuta. La Resistenza non fu solo un fatto militare; fu un fatto generale: civile, culturale, istituzionale. Ce lo dice proprio quella storia. A Montefiorino, in Carnia, nell’Ossola, in tante valli e in tante montagne nascevano segnali di democrazia e di repubblica: il nostro stare insieme. Bella storia: così in copertina l’abbiamo chiamata. In quelle brevi esperienze, che nel 1944 sono sbocciate come fiori nel tragico scenario della repubblica di Salò, si respirava già l’aria di un nuovo, grande patto nazionale che si incarnò meno di quattro anni dopo nella Carta. Per questo in copertina abbiamo scritto “Semi di Costituzione”. L’oblio è una delle parole-chiave del tempo in cui viviamo. Ciò spesso oscura il presente e nasconde le porte del futuro. La memoria è il modo attraverso cui la storia si fa comunità, coesione, popolo. E’ una luce. Ed è una chiave che ci può consentire di aprire quelle porte. Repubbliche e Zone libere sono parte di quella memoria. Ecco, vorremmo che si sappia e se ne parli.

 

 

* Nota pubblicata su “Patria Indipendente”, numero speciale dedicato alle repubbliche partigiane “Semi di Costituzione. La bella storia delle repubbliche partigiane”, settembre 2014.