L’inverno 1944-45 fu terribile, freddissimo e nevoso. Il proclama del generale Alexander, nel novembre 1944, aveva esortato i partigiani a tornarsene a casa: secondo Churchill, era troppo grande il pericolo rivoluzionario insito nel movimento, con la sua larga base popolare e il suo spirito di indipendenza rispetto agli Alleati, che invece li avrebbero voluti solo come informatori e sabotatori ai loro ordini.
Alcuni pochi gruppi di partigiani, isolati e braccati, non trovano altra via di salvezza che rintanarsi nelle “buche”, soprattutto nelle zone appenniniche fra l’Oltrepo pavese e il Piacentino. Ecco come descrive la buca il partigiano Piero Ferrario, “Sciors”, aggregato alla formazione comandata da “Maino”, cioè Luchino Dal Verme, nell’Oltrepò pavese:
“Quanto a noi, si tratta solo di guadagnare qualche settimana. Di non dare segni di vita perché i nazifascisti credano che le bande ribelli siano state sterminate. Quindi, lasciamoglielo credere. Perciò noi, come tanti altri partigiani, dovremo crearci un buco ben protetto; quanto agli alimenti vi provvederanno gli amici valligiani…
La buca, in sostanza è una tana. E’ una scelta estrema, di protezione passiva, un affidarsi al cielo. E’ però utile, per sopravvivere senza abbandonare le colline e le strade, dominate dai tedeschi e fascisti durante il giorno, ma ancora nostre nelle ore del buio. Allora, a dicembre, non c’era l’amica foglia;di contro c’era tanta neve e il terreno ghiacciato. Fu giocoforza quella scelta (che poi Giorgio Bocca ha definito un po’ vergognosa) ma è stata una scelta che ha salvato il movimento partigiano, una scelta da guerriglieri.
La forma è quella di una tenda triangolare, lunga poco più di 3 metri, larga quasi 2 ealta che non ci si sta bene in piedi. Il pavimento è costituito da sacchi pieni di foglie di granoturco. All’esterno è mimetizzata con zolle di terra, erba e neve; il tutto legato con fil di ferro.
Il momento è brutto, e motivo d’angoscia è anche la totale mancanza di notizie. I tedeschi e i fascisti, fino a oltre metà dicembre, la fanno da padroni: in particolare di giorno e sulle strade principali. Però a fine dicembre incominciano ad abbandonare l’Oltrepo e i partigiani fanno il bilancio dei morti: che sono tanti”.