Apuania

Fra il 1938 e il 1946 il territorio che comprende i comuni di Massa, Carrara e Montignoso, con i rispettivi comprensori, costituì la provincia di Apuania, che contava circa 6.000 abitanti secondo il censimento del 1936.

Nel 1943 il territorio era attraversato dalla Linea gotica e le due città principali, Massa e Carrara, si trovano nelle immediate retrovie tedesche; nella zona era vivissima la tradizione libertaria e antifascista e subito dopo il 25 luglio si costituisce un Fronte nazionale di azione o di salute pubblica che nell’ottobre 1943 si trasforma in Comitato provinciale di liberazione nazionale apuano. Nella primavera del 1944 il Comitato si ristruttura con due rappresentanti per ogni partito chiamato a parteciparvi, cioè il Partito comunista, il Partito socialista, il Partito d’azione, la Democrazia cristiana, il Partito repubblicano e – non a caso – la Federazione anarchica, a testimonianza di quanto quella tradizione fosse viva e operante fra gli operai delle cave di marmo.

Nell’estate del 1944 i poteri costituiti scompaiono lasciando le città in mano a un Commissario prefettizio; il CLN si pone allora come Giunta di governo e dirige tutti gli affari civili, economici e sociali della popolazione, attraverso una rete di Comitati comunali e locali. In particolare, il CLN emana specifici decreti che dichiarano decadute da ogni diritto di proprietà sulle cave di marmo la Società Montecatini e altre aziende private della zona, per ricondurre la proprietà nelle mani delle comunità locali dei cavatori dei marmi.
Nel frattempo, fra l’autunno del 1943 e la primavera successiva, i giovani affluiscono alle montagne, nella zona che va dalle Apuane all’Emilia, costituendo varie brigate che confluiranno nella Divisione Garibaldi Lunense, forte di 4.000 uomini. La lotta partigiana, oltre che compiere azioni di disturbo e colpi di mano nelle immediate retrovie della linea gotica, ostacola la costruzione di fortificazioni germaniche lungo l’arco appenninico e difende le installazioni industriali, che i tedeschi avrebbero voluto portare in Germania o distruggere, nonché la Ferrovia marmifera, che porta il marmo verso il mare.

Il 7 luglio 1944 i tedeschi, per fare terra bruciata intorno ai partigiani, decidono di deportare tutta la popolazione di Carrara verso l’Emilia. Appena affissi i bandi, le donne scendono in piazza in massa, a manifestare sotto la palazzina del comando tedesco, sfidando la reazione nazista. Volendo evitare una sollevazione generale nelle immediate retrovie della loro più importante linea difensiva, i tedeschi rinunciano al loro progetto. Poco tempo dopo, la città viene liberata da un’audace operazione partigiana, che coglie di sorpresa il comando tedesco e lo costringe a evacuare. Tutti i cittadini validi si uniscono ai partigiani nella caccia all’invasore. Vengono inviati dei messaggi al Comando alleato perché collabori alla liberazione di tutta la zona fino al passo della Cisa e a La Spezia. Ma la risposta è che i partigiani devono ritornare sulle posizioni di partenza. La libertà di Carrara dura solo quattro giorni.

I partigiani si ritirano ma anche i nazifascisti hanno deciso di attestarsi su posizioni molto distanti dalle città: la Prefettura e tutti i servizi amministrativi si sono trasferiti a Pontremoli, sessanta chilometri più a nord. Il CLN e le diverse Giunte comunali, assunto il governo effettivo dei territori, devono occuparsi delle questioni annonarie, dell’ordine pubblico, della giustizia, della produzione industriale e agricola, del patrimonio forestale, della sanità pubblica. Nell’ottobre del 1944 il CLN deve organizzare la ripresa dell’anno scolastico: come Provveditore agli studi è nominato il professor Rolla, repubblicano; dato che gli edifici delle scuole erano occupati dagli sfollati, vengono organizzati gruppi di studio guidati da giovani insegnanti volontari.

A proposito di sanità pubblica, va ricordato che il CLN in collaborazione con le unità partigiane organizza il continuo attraversamento del fronte per rifornire di medicine l’ospedale cittadino. Contemporaneamente, si provvede a passare ai Comandi alleati preziose informazioni sullo stato delle forze tedesche di stanza o di passaggio. Tale opera fu compito precipuo delle donne che percorrendo a piedi grandi distanze trasportavano rifornimenti, scambiando il sale della costa con la farina della Garfagnana e altri alimentari della zona emiliana, oltre che medicine e notizie.

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Per meglio organizzare il lavoro amministrativo e seguendo le istruzioni diramate dal CLN Alta Italia, nell’ottobre viene eletto il sindaco nella persona del comunista Carlo Andrei, che sarà poi confermato come sindaco della città dopo la Liberazione. Viene inoltre articolata una ripartizione degli incarichi di governo, in base alle competenze ma anche agli equilibri di partito: la Federazione anarchica ha l’agricoltura e il patrimonio forestale, il Partito d’azione la tutela degli impianti e dei servizi pubblici, il Partito socialista l’alimentazione e i trasporti, il Partito repubblicano i problemi finanziari, l’assistenza e la beneficenza, la Democrazia cristiana la giustizia, la polizia e i lavori pubblici, il Partito comunista si incarica della propaganda patriottica. Fino all’aprile del 1945, la città di Carrara resta per nove mesi una terra di nessuno, dove si esercita tacitamente ma efficacemente il potere della nuova amministrazione democratica.

Fu molto diversa la situazione nelle zone appenniniche, dove si scatenò in pieno la guerra nazista di sterminio: nell’estate del 1944 si verificarono le stragi delle Fosse del Frigido, di San Terenzo, Bergiola, Vinca, Forno, Sant’Anna. In tutto furono assassinate 797 persone, tutti civili, per la maggior parte donne, vecchi e bambini, brutalmente sacrificati all’esigenza di mantenere aperte e sicure le vie di rifornimento per la prima linea tedesca.